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Quando scelsi di suonare il basso non sapevo ancora niente… ero ebbro della dance nera, dei riff del rock-jazz inglese e non avevo idea di che cosa fosse il mio strumento all’interno dell’universo musicale.
In quegli anni il Basso attraversava una grande rivoluzione e si avviava verso una fuzione rilevante dopo anni passati nascosto fra la cattiva qualità audio e la predominanza dei chitarristi.
Poi scoprii che la mia scelta ignara mi faceva appartenere ad una precisa categoria e ad un ruolo che io non avevo considerato.

LA NOSTRA FUNZIONE
I Bassisti sono i gregari per eccellenza, i musicisti “da soma”; quelli che si immolano al servizio di cantanti e solisti che più facilmente acquisiranno i meriti del gruppo; è inutile negarlo, se chiediamo in giro fra i ragazzi che pure frequentano i concerti, sono ancora molti quelli che non sanno che suono produce veramente un basso. Inoltre, come tutti gli animali da soma siamo stati sostituiti dalle macchine e abbiamo scoperto che in molte situazioni, fanno il nostro lavoro anche meglio…

Però: è anche vero che con questo fatto un bassista riesce quasi sempre a suonare con musicisti più bravi di lui e semplicemente imparando a riprodurre poche cose a tempo; delle macchine non ci si preoccupa più di tanto, costano di più e non saranno mai rock.

DIPENDENZA
Una delle cose più pesanti è il senso della dipendenza. Fare parte di un gruppo è sicuramente formidabile, e ancora di più, condividere con gli amici vittorie e successi, ma in molte situazioni manca quell’individualismo che un pianista o un cantante può permettersi per concretizzare lavori e performance anche da soli. Insieme ai batteristi siamo sempre costretti ad avere qualcuno con cui suonare, impossibilitati a fare per esempio basso bar …

A parte il fatto che non ci interessa fare basso bar più di tanto ma poi, chi dice che non possiamo esibirci da soli o avere un proprio progetto senza i soliti noti.compagni di ventura?

LA PERFORMANCE DI NATALE
Fra tutti gli strumenti, il basso è quello più difficile da concepire per un genitore. Anche il batterista può esibirsi davanti ai parenti interessati con un fragorosissimo assolo di piattate e mitragliate di colpi, ricevendo comunque una forma di ignorante approvazione. Ma quando a te, bassista, chiedono: – dai, facci sentire qualcosa – tu, che cazzo fai? …

La tattica che consiglio è sempre quella dell’artista estemporaneo: chiudere gli occhi e suonare assolutamente a caso; se hai fede e reggi la parte li prendi bene bene per il culo.

ASSOLI
Spesso, quando mi chiedono se voglio fare un solo in ambiente non jazzistico, mi guardo attorno e prendo la decisione in base al pubblico che ho davanti. Il solo del Bassista a mio avviso, appare come un errore del gruppo: il pubblico sente un abbassamento drastico della dinamica, come se si fosse rotto l’impianto e quindi uscissero solo dei muggiti strani, poi finalmente, quando tutti riprendono a suonare e la voce riappare, un caloroso applauso di incoraggiamento indica la solidarietà col gruppo per avere risolto il problema…

Anche qui vige la regola del crederci; non importa ciò che fai ma quanto ti muovi!!! Se alla fine sai anche organizzare un fraseggio e sparare due frullate di Slap, puoi solo stupire in positivo chi non si aspetta niente da te e il gioco è fatto.

LE DONNE
Anche la leggenda dei musicisti attrazione irrefrenabile per le donne non riguarda i bassisti. Noi stiamo sempre là dietro, al buio… vuoi mettere il chitarrista che salta e fa i fischi col mento alzato e gli occhi chiusi? Il palco è fatto a strati per le donne: in prima fila ci sono i cantanti e i solisti (sassofonisti in testa) che fanno tanto passionale, poi Pianisti e Chitarristi in equilibrio fra il romantico e l’estetico, poi il batterista, tribale e selvaggio; laggiù in fondo, da una parte, il bassista che sembra un chitarrista timido. Provare a spiegare ad una ragazza che conosci da poco a che cosa si serve, è perdente…
Finchè sei sul palco sorrisi e ammiccamenti, basta girarsi un secondo per spegnere l’ampli e c’è il deserto col cespuglio che rotola.
Comunque vadano le cose, quando un bassista ha finito di smontare tutta la sua strumentazione, nel locale è rimasto solo il batterista e gli addetti alle pulizie…

Sì però, quando una donna ti nota vuol proprio dire che è una intenditrice e ci lusinga molto sapere che ha superato per noi una lunga selezione anturale.

STRUMENTAZIONE
Ad un chitarrista basta un ampli non più grande di un pacchetto di sigarette per sfondarti i timpani e noi invece sempre con quei bauli di casse enormi e quei finali pesantissimi che alle quattro del mattino si preferisce abbandonare in macchina piuttosto che rischiare il colpo della strega per scaricarli. Roba oltretutto costosa e che in casa ha sempre una difficile collocazione. Il mio sogno è stato sempre quello di avere cinquanta coni piccolissimi piuttosto che uno gigante. E molti non sanno cosa significa nella realtà un contrabbasso! Da solo occupa uno spazio enorme ovunque tu lo piazzi in quanto non è un parallelepipedo regolare ed è sempre troppo ingombrante rispetto al colpo d’occhio in ognuna delle tre dimensioni; usare il contrabbasso inoltre, significa sempre un’auto dedicata per gli spostamenti…

Il suono di un bassista è fatto di tanta aria che si sposta e non di frequenze rovinose per i timpani; l’esperienza di una quinta corda su un impianto serio è qualcosa di esaltante che indica la nostra vera “potenza di fuoco”. Quello che creiamo è un sisma al contrario: quando le vibrazioni del suono si interrompono crolla tutto il castello!!!

IL SUONO
Tutto questo casino di roba per riuscire ad avere frequenze inudibili e suoni che al primo muggito dell’impianto vengono soppresse come capro espiatorio dal fonico. I fonici…  Sanno fare il suono della cassa della batteria “bella fonda” (con tanti toni bassi), il suono di piano “bello profondo” (con tanti toni bassi), il suono della chitarra che “smuove” lo stomaco (con tanti toni bassi), ma poi quando arrivano al Basso gli segano tutto ciò che sta sotto i duecento Hz perché se no …“si confonde”, e così alla fine abbiamo sempre quel suono scatoletta che si poteva avere risparmiando un monte di soldi…

Questo è anche il motivo per cui conviene avere un buon ampli e un gran suono almeno sul palco; poi, se gli amici da sotto il palco ti fanno segno che non sentono niente, potete fare spallucce.

CHOPS E LICKS
Stanchi di fare soltanto “bum” decidiamo di studiare ogni tipo di tecnica esistente fino ad un livello tale che di noi, si parla in tono leggendario per gli ambienti della città:
- Oh, il tipo lì <è mostruoso>, <fappaura>, è <velocissimo> – sa fare SLAP e sa fare POP e sa fare TAP e sa fare di tutto, ma poi non appena ci fanno entrare in sala prove con loro non ne vogliono più sentire parlare:
-Fai solo la Tonica e buono lì!- …e si torna a fare “bum”…

La Tonica è la nota più bella di un accordo ed è quella che gli da significato. Se un pianista suona un FA maggiore e noi un RE, gli stiamo facendo suonare un alrtro accordo a sua insaputa. Il nostro bum è sempre più mportante di qualsiasi altra cosa suonata

LA RIVINCITA
L’unico barlume di speranza me la da il bassista degli U2, bello non è, eppure tutti sappiamo con che donne è stato… non è dotato tecnicamente, ma appartiene ad una elìte di musicisti invidiabile, è miliardario e anche musicalmente, si leva delle soddisfazioni che pochi nel mondo possono sperare. Che dire, forse non è il problema dello strumento che scegli ma le opportunità che trovi e come riesci a sfruttarle: uno dei pochissimi bassisti riconoscibili dai non addetti ai lavori infatti, è quello dei Red Hot che si è messo a suonare nudo davanti a centomila persone; cosa bisogna fare…

La fortuna esisterà sempre e, guarda caso, premia sempre “quell’altro”. Per fare il musicista bisogna sentirsi fuori da certe gare e costruirsi una propria integrità fatta di correttezza, professionalità e bravura che col tempo ti fanno appartenere ad un tuo ambiente di stima e di soddisfazioni personali: poi, è chiaro, a parità di bravura, vivere a Milano è meglio che a Enna, in Inghilterra è meglio che in Libia e così via senza fine…

 

Stefano Allegra

www.stefanoallegra.it
info@stefanoallegra.it




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