Cristina Donà – Torno a casa a piedi – EMI Music
Il 25 Gennaio è uscito il nuovo disco di Cristina Donà, una cantautrice che in questi anni si è sempre distinta per l’originalità e per l’alto “spessore” artistico delle sue composizioni. Il suo percorso musicale non ha mai inseguito tendenze e mode, i suoi testi sempre autentiche poesie. In questo disco, che vi invitiamo ad acquistare, siamo orgogliosi di aver partecipato alle registrazioni, prodotte magistralmente da Saverio Lanza, musicista e produttore di raffinata bravura e grande preparazione professionale. Cristina Donà conferma con questo album, di essere fra le protagoniste assolute del panorama musicale italiano.
Lo staff di ISI
Ecco come Cristina Donà racconta il suo nuovo album
“TORNO A CASA A PIEDI”
All’inizio di questo viaggio ero sicura di voler seguire una nuova rotta ed avevo chiare due cose: lavorare in modo diverso sui testi cercando un linguaggio più narrativo (“In un soffio” e “Torno a casa a piedi” su tutte) e allargare i miei orizzonti musicali collaborando con un musicista/produttore in grado di fare questo.
Saverio Lanza (*), con il quale condivido tutte le musiche di questo album, nonostante sulla carta potesse apparire lontanissimo dal mio mondo, si è invece rivelato fondamentale e sorprendente. Ha creato spazi sonori incredibili aiutandomi a realizzare il sogno musicale di questo nuovo album: aggiungere colori alla mia musica.
“TORNO A CASA A PIEDI” è un album che celebra la vita attraverso piccole istantanee. Osservando la scena ho cercato di ritrarla con leggerezza ed ironia . E’ un album musicalmente ricco, sfaccettato, ma anche lieve e luminoso.
Ritornano i temi e le luci della città.
Non ho certo smesso di frequentare i centri urbani da quando nel 1993 mi sono trasferita in un paese di montagna che conta 700 abitanti, ma mai come in questo momento faccio i conti con i ricordi e i paragoni tra i due stili di vita.
Tirando le somme ad oggi sento di non appartenere a nessuna delle due dimensioni o per meglio dire sono fatta in parti eguali di entrambe le realtà.
Tornare a casa a piedi è una scelta, non un imprevisto, è per me sinonimo di liberazione ed anche simbolo di libertà. E’ un momento di riflessione, di indipendenza, di autonomia. Durante lo spostamento a piedi è possibile osservare con più tranquillità le cose. Si possono meglio cogliere i dettagli che compongono la realtà, dove ogni scontata normalità nasconde, quasi sempre, lo straordinario, nel bene e nel male.
LE CANZONI
MIRACOLI
Io credo nei miracoli
che la gente può fare,
milioni di chilometri
per potersi incontrare,
per guardarsi negli occhi
e spiegare un errore,
per un gesto che forse
sarà l’unico che potremo ricordare.
Miracoli diventa manifesto d’intenzioni per l’album. Una serie di piccoli “gesti” quotidiani fatti di normalità che creano eventi straordinari.
La frase che apre la canzone “Io credo nei miracoli che la gente può fare, milioni di chilometri per potersi incontrare, per guardarsi negli occhi e spiegare un errore, per un gesto che forse sarà l’unico che potremo ricordare” è ispirato al film di David Lynch “Una storia vera”.
UN ESERCITO DI ALBERI
Un esercito di alberi al vento sei tu,
proteggi la mia testa da pensieri inutili e mi basta.
E’ un brano che dedico ai due uomini della mia vita: mio marito e mio figlio. Mi piace che la parola “Esercito” supporti un’immagine di bellezza, l’imponente bellezza corale di un bosco infinito mosso dal vento.
IN UN SOFFIO
Stringo tra le mani il tempo che accelera
ti porta via da me
Cerco la risposta dentro a una musica
facile da ricordare.
Non sopporto le partenze con gli occhiali scuri
per nascondere la verità delle emozioni.
Giostre illuminate sullo sfondo delle strade
non ti possono fermare ora.
La vita
la, la, la, la, mi dicevi
lo sai, io vado a cercarla altrove.
Lui parte per cercare altrove la “vita”. Lei rimane in quella che potrebbe essere la periferia di una grande città, un posto che “non ha più sapore”. Nell’attimo dell’addio i pensieri e i dettagli di ciò che li circonda in quel momento affollano la testa della donna.
GIAPPONESE (L’ARTE DI ARRIVARE A FINE MESE)
Sollevare le borse della spesa con le mani,
poi cercare la macchina al parcheggio tra i fanali.
Cellulare? Forse si è spento mentre cercavo le chiavi.
Nelle tasche c’è sempre qualcosa che non ricordavi.
I palazzi ora mi vogliono abbracciare,
stralunata ancora una volta mi metto a fotografare.
Giapponese, io mi sento solo giapponese, giapponese, giapponese.
I semafori sanno che sono in ritardo.
Schizofrenia urbana. Mi sento giapponese perché: faccio continuamente foto, per la tecnologizzazione della maggior parte degli oggetti che animano le nostre giornate. L’arte di arrivare a fine mese è invece una triste realtà italiana.
PIÙ FORTE DEL FUOCO
per la nostra stella Olivia
Più in alto dell’aria la terra si perde
rimane l’amore, il resto, forse, non serve.
L’ho visto tornare che non ci pensavo
e con poche parole, sai, mi ha ricordato…
che sei tu il suo riflesso,
che tu il suo riflesso.
Un inno all’amore.
AQUILONE
Lunedì occhi aperti,
guardi fuori e ti arrendi.
La città alle sette del mattino.
Sulla strada di sempre
le automobili ferme.
Lunedì e già son troppe le parole.
Insegui l’aquilone, perduto nello spazio
In cerca di un pensiero per niente allineato
La città alle sette del mattino e il desiderio intenso di allontanarsi col pensiero.
TORNO CASA A PIEDI
Perdona il ritardo,
perdona lo sguardo sciupato sotto a un trucco disperato.
Scusa non ricordo quello che ci siamo detti,
ero troppo occupata a guardarti.
I debiti, i consigli, gli scontrini, siamo circondati e anche un po’ cretini.
La title track dell’album.
Un bar del centro. Lui è già seduto al tavolo. Lei arriva trafelata con un po’di ritardo. Un percorso di parole dette e pensieri che porta alla rottura della storia tra due amanti con tutte le considerazioni del caso.
BIMBO DAL SONNO LEGGERO
Bimbo dal sonno leggero dovresti dimenticare
tutte le vite passate ed i rancori per tua madre.
Certo che ci credo ti vorresti addormentare
ma i rumori del mondo non ti lasciano tregua.
Senti le voci nei campi, ascolti le confessioni
di giovani soldati, sentinelle dei ponti.
Sulla stessa riva restiamo a guardare la notte che scende.
C’è un riferimento a ciò che la madre trasmette inconsciamente al figlio attraverso i propri atteggiamenti verbali e corporei. Quello che appartiene alla madre è l’archivio genetico e comportamentale che viene passato al figlio in un percorso Matrilineare. La riva sulla quale si trovano è il territorio comune che lega i due indissolubilmente.
TUTTI CHE SANNO COSA DIRE
E’ da un po’ che non ti sento e di notte
c’è la luce dei lampioni a tenermi sveglia.
E’ velenosa la curiosità
di chi parla troppo e non pensa.
Tutti che sanno cosa dire,
tutti che sanno cosa fare.
Mi infastidisce la presunzione di chi ha sempre le idee chiare e non le mette mai in discussione. Un rimedio mirato ed efficace per ogni occasione che porta allo svilimento della realtà e alla cancellazione delle sfumature che fanno la differenza. Di contrasto, in questo brano, si esalta la figura di chi rappresenta l’esatto opposto a questa triste situazione.
LETTERA A MANO
L’ho scritta ieri, l’ho scritta a mano
guardando il tramonto dal ventesimo piano.
Una lettera chiusa con la lingua asciutta
da portarti a casa prima della partenza.
Una lettera d’addio scritta a mano dove “partire” fa rima con “fuggire” e la paura della solitudine fa capolino dietro un tramonto alla Blade Runner.
CRISTINA DONÁ
biografia
All’inizio ci furono gli studi accademici e una passione ardente per la musica e l’arte : oggi basta chiedere di lei, della sua voce e delle sue canzoni, per sentirsi rispondere che Cristina Donà ha lavorato intensamente e con pazienza per dar vita ad un lungo e felice percorso artistico di cantautrice, che la distingue nel panorama musicale contemporaneo.
Grazie alle sue prime performance sospinte da una voce unica, nei primi anni novanta viene notata da Manuel Agnelli degli Afterhours: nasce la collaborazione che porta all’album di debutto, “Tregua” (1997), prodotto magistralmente dallo stesso Agnelli. Cristina vede arrivare i primi riconoscimenti : il pubblico, che la accoglie come una novità, la comunità musicale, che le riconosce un esordio sorprendente, la critica, che le assegna la Targa Tenco per il miglior album di debutto.
Al concerto che la vede vincitrice del festival “Max Generation” conosce Robert Wyatt, che a distanza di poco vota “Tregua” tra i suoi cinque album preferiti per l’influente mensile britannico “Mojo”. Cristina sta scrivendo il materiale che andrà a comporre l’album “Nido” (1999); ci sono collaborazioni importanti (Mauro Pagani, Morgan, Marco Parente e ancora la produzione di Manuel Agnelli) suggellate dal “grande uomo magico” Robert Wyatt che interviene in una delle canzoni più amate dal pubblico : “Goccia”.
A inizio millennio Cristina esce dal guscio e parte con una serie di spettacoli dal vivo che si chiudono con un debutto in libreria (Mondadori lancia “Appena sotto le nuvole” nell’autunno 2000). La Targa SIAE del Club Tenco (miglior artista emergente), chiude degnamente l’anno.
Nel 2001 arriva l’invito al Meltdown Festival, alla Royal Festival Hall di Londra: per la prima volta un artista italiano sale sul palco della manifestazione. Su questo palco Davey Ray Moor (allora membro dei Cousteau) la vede in azione e mentre Cristina è impegnata a rifinire nuove canzoni, nel gennaio 2002 suona all’Eurosonic Festival di Groningen (Olanda) e decide che è tempo della sua prima produzione internazionale.
Davey Ray Moor é l’uomo giusto e un anno dopo arriva “Dove Sei Tu” (2003), registrato tra Italia ed Inghilterra, che entra in classifica anche grazie a tre singoli, di cui “Triathlon”, remixato da Max Casacci dei Subsonica, va in alta rotazione su MTV.
Dopo un nuovo intenso periodo in tour con la sua band, il settembre 2004 vede uscire anche in Italia l’eponimo “Cristina Donà”(2004), il primo album in inglese pubblicato in tutto il mondo da Rykodisc International. Billboard Europe scrive di un prodotto finalmente originale dall’Italia, il prestigioso Sunday Times, inserisce una canzone di Cristina Donà in un cd allegato al giornale accompagnata da una bellissima recensione. Mojo, il più autorevole mensile musicale internazionale scrive: “dimenticate tutti gli stereotipi del pop italiano e le sue dozzinali imitazioni operistiche. Donà è cantautrice, sottile e sensibile”.
L’uscita dell’album è seguita da numerose date in Europa (Germania, Francia, Inghilterra, Olanda, Svezia, Belgio). A fine 2004 ritira il Premio Chatwin come artista nel mondo e la targa Siae.
Al ritorno in Italia ancora live! Cristina sperimenta sul palco i percorsi sonori che la condurranno al nuovo album: è una scelta che sfocia nello splendido tour teatrale “Il suono della Luce” nella primavera 2006. Da queste annate passate a provare strade nuove e ad esprimere la gioia di suonare dal vivo, nascono i presupposti dell’album che segnerà il transito al futuro (anche discografico, dopo il passaggio alla Capitol/EMI): “La quinta stagione”(2007).
Scritto tra il 2006 e l’inizio del 2007 “La quinta Stagione” è prodotto da Peter Walsh (già produttore di Scott Walker, Peter Gabriel, Simple Minds, the Church, etc) che sintetizza i diversi stili musicali della Donà. L’album ruota intorno al concetto di “preparazione all’eventualità di dover verificare la forza del tuo essere persona” e viene premiato come miglior album italiano del 2007 da Musica&Dischi, con un referendum tra oltre cento giornalisti.
Nel marzo 2008 esce “Piccola faccia”, un album che rappresenta la summa dei migliori brani di tutto il repertorio di Cristina, con l’aggiunta di due affascinanti cover (“I’m in you” di Peter Frampton e “Sign your name” di Terence Trent D’Arby), con l’intento di far conoscere ad un nuovo pubblico una veste acustica che la cantautrice milanese, da sempre, ama molto. La rilettura chitarra-voce viene impreziosita dalla presenza di Giuliano Sangiorgi (Negramaro) nel brano “Settembre”.
2009-2010: sono anni in cui Cristina intreccia la sua vita artistica con l’esperienza della maternità. E’ l’inizio della collaborazione con Saverio Lanza, chitarrista, pianista e compositore con il quale condivide, per la prima volta nella sua vita, la scrittura di tutti i brani. Cristina vuole seguire una nuova rotta e con l’aiuto di Lanza, che ne firma anche la produzione artistica , approda ad un album musicalmente ricco e sfaccettato come pure intenso e luminoso :
“TORNO A CASA A PIEDI” (EMI music) – uscito il 25 gennaio 2011.
Discografia:
Tregua Mescal 1997
Nido Mescal 1999
Goccia (EP) Mescal 2000
Dove sei tu Mescal 2003
Nel mio giardino (EP) Mescal 2003
Triathlon (EP) Mescal 2003
Invisibile (EP) Mescal 2003
Cristina Donà Mescal/Rykodisc 2004
Invisibile Girl (EP) Mescal 2004
Triathlon “Uk version”(EP) Mescal 2005
La Quinta Stagione EMI 2007
Piccola Faccia EMI 2008
Torno a casa a Piedi EMI 2011
Tracklist:
01 Miracoli
02 Un esercito di alberi
03 In un soffio
04 Giapponese (L’arte di arrivare …)
05 Più forte del fuoco
06 Aquilone
07 Torno a casa a piedi
08 Bimbo dal sonno leggero
09 Tutti che sanno cosa dire
10 Lettera a mano
Crediti
Parole : Cristina Donà (eccetto “In un soffio” di Cristina Donà e Davide Sapienza)
Musica : Cristina Donà e Saverio Lanza
Cristina Donà Voce, chitarra acustica
Saverio Lanza Chitarra acustica ed elettrica, pianoforte, basso, mandolino, synth, organo, cori
Fabrizio Morganti Batteria
Piero Monterisi Batteria (su “Aquilone”,”Tutti che sanno cosa dire”,“Lettera a mano”)
Francesco Cangi Tromba
Samuele Cangi Trombone
Claudio Giovagnoli Sassofoni
Giordano Geroni Tuba
Alberto Bologni Violino 1
Lorenzo Borneo Violino2
Debora Giacomelli Viola
Elisabetta Sciotti Violoncello
Pierangelo Spitilli Contrabbasso
Riccardo Tesi Organetto
Laura Bruzzone Arpa
Recording Country: Italy
Studio IdeaSuono (FI) – studio Modulabel (BG)
studio Sonoria(PO) – NgrStudio (RM)
Mix Location: SoundClinic Studio (PD) – Italy
Mix Date: 24 Nov 2010
Note
(*) Saverio Lanza (Firenze 1970), musicista, ha studiato Composizione e Pianoforte al Conservatorio di Firenze dove si è diplomato in Strumentazione per Banda e Direzione d’ orchestra. Tra i suo lavori ” Ce l’hai una sigaretta?” (2003), un disco-progetto con le voci degli homeless registrati per strada, e “Madrelingua” (2007), disco in cui i canti delle donne immigrate offrono lo spunto per una ricerca sui concetti di intonazione e di estemporaneità. Ha lavorato come produttore, arrangiatore, chitarrista e pianista in studio e live per importanti artisti Italiani ed ha scritto musica per documentari e cortometraggi. Dal 2005 lavora insieme a suo fratello Marco, fotografo, al progetto PASTIS (www.xxpastis.com ) : un linguaggio che esprime con musica e immagini il legame tra suoni e gesti, tra realtà e astrazione. I PASTIS vincono il PREMIO CIAMPI 2009 per la sezione “L’Altrarte”.
Siti dell’artista:
www.cristinadona.it
www.myspace.com/cristinadona
www.facebook.com/cristinadona