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Ecco il primo di una serie di approfondimenti sul difficile mestiere dell’autore di testi curato da Andrea Gallo.   Andrea è un nostro collaboratore ed autore di successo (clicca qui per  accedere alla sua pagina dedicata) ed inizia qui una serie di articoli per aiutare tutti gli artisti di ISI che vogliono imparare un po’ di … trucchi del mestiere. Con Andrea Gallo stiamo organizzando anche una serie di seminari presso la  nostra sede, presto avrete date e notizie più precise. Nel frattempo buona lettura e… fatene tesoro!

Lo Staff di ISI

Scrivere testi per canzoni- il mestiere dell’autore della parte letteraria:

È importante un buon titolo, lo dicono tutti e lo dico anche io.
Ed è proprio per questo che già nel titolo di questo approfondimento ci sono due particolarità.
Non voglio giocare a fare l’enigmista e quindi vuoto subito il sacco.
Ho associato la parola mestiere ad autore, perché per quanto possa essere soprattutto al giorno d’oggi poco remunerativo l’esercizio di questa figura professionale,  ritengo  sia un mestiere e lo difendo con tutto me stesso.
Il fatto poi di non scrivere “paroliere” ma “autore della parte letteraria” non è un vezzo ma è la seconda particolarità e  rivendicazione, ma qui sono in ottima compagnia, perché anche il buon Mogol quando sente il termine paroliere un po’ si innervosisce.
Ma  l’Italia è un paese un po’ strano, e tra i tanti difetti, quelli più superficiali possono essere racchiusi in poche righe: in Italia siamo tutti dei grandi allenatori di calcio, siamo tutti grandi scrittori, poeti e autori( poeta ed autore è un  altro accostamento troppo azzardato), e ultimamente siamo anche tutti grandi cantanti, ringraziando xfactor o affini.
Con questo scommetto che mi sono giocato la patente di simpatico ma vi prometto che ancora qualche riga e rigirerò la frittata.
Fatta  questa premessa torniamo al mestiere dell’autore.
Sfatiamo il primo mito che circola un po’ ovunque, nell’80% dei casi, e arrotondo per difetto, l’autore lavora su una melodia e quindi scrive il testo su una melodia che il compositore gli fornisce, e soltanto nel rimanente 20% dei casi è il compositore che lavora e crea  su un testo fornitogli dall’autore.
Quindi la frase “ sei un paroliere? mandami un testo che lo musico” che a tanti sarà capitato di sentire, in realtà è molto lontana da quel che accade nel mondo dei professionisti della canzone.
Tutto questo semplicemente perché l’operazione è più macchinosa, e perché la storia della canzone italiana insegna che le migliori canzoni sono nate prima dalla melodia, sulla quale poi si crea il testo.
Poi le eccezioni esistono e sono belle perché smentiscono le tacite regole.
Un ottimo banco di prova per un provetto autore quindi resta quello di provare a scrivere un testo su una melodia.
Ma come farlo?
Come approcciare una melodia nuova?
La vecchia scuola, quella dei grandi autori di testi, si aiutava con un mascherone, ovvero la melodia del cantato veniva sostituita da numeri che rappresentavano un aiuto per  scovare più facilmente le parole, il tutto seguendo chiaramente  due regole fondamentali ovvero la metrica e la cadenza.
Resta un metodo utile, valido ed interessante.
In alternativa si può usare quella che io chiamo banalmente  sillabazione.
Ad esempio vogliamo cambiare questa famosa frase di cui tutti credo conosciate la melodia, è l’inizio di una canzone di Vasco Rossi “Vita spericolata”.
“ Voglio una vita spericolata” che potrebbe semplicemente essere “ ta-ta-ta-ta-ta  ta-ta-ta-ta-ta” e che potrebbe diventare per gioco “ tu cosa ardita e mai trovata” oppure “ ohh dolce Rita io ti ho sognata”.
Ho scritto le prime due cose che mi sono venute in mente,non fate caso al significato, provate a cantarle.
Mi pare stiano nella melodia sia a livello di metrica che di cadenza, che dite?
Provate voi, cercando alternative, magari adesso iniziando a dare un senso più “alto”, fatta nostra la musicalità del verso, ora che sappiamo cosa esige questa melodia in termini di metrica e cadenza possiamo anzi dobbiamo sforzarci di trovare contenuto e cercare di dirlo con stile, il nostro.
Ricapitolando, metrica e cadenza e una volta che il meccanismo è chiaro in testa, ovvero una volta che abbiamo letto, decodificato la “grammatica” è necessario dargli significato, ovvero contenuto e stile.
Torniamo ancora un passo indietro.
Prima di approcciare melodie nuove  il mio consiglio resta quello di esercitarsi molto riscrivendo testi nuovi di canzoni già edite e conosciute, sia famose che meno famose, è il modo migliore per farsi orecchio e mano, fidatevi è una bella palestra, poi vi stupirete, dopo averne fatte a decine di acquisire  sempre più padronanza e resterete stupiti di quanto le parole vi escano facilmente.
Confesso altresì che  per arrivare ad esprimersi con contenuto e con uno stile personale ci vorrà ulteriore tempo, voglia e sacrificio, ma almeno nel frattempo avrete costruito una certa dimestichezza e acquisito fluidità con metrica e cadenza.
Un’altra cosa che consiglio è quella di ascoltare tanta musica, dall’origine della canzone popolare ad oggi, per intenderci da Volare di Modugno in poi e di farlo con spirito “critico” e attento.
Anche questo esercizio di ascolto e di studio delle canzoni del passato richiede tantissime ore di impegno, attenzione, curiosità e voglia.
L’analisi dei brani famosi rappresentano un tesoro per gli aspiranti artisti, durante gli stages e i seminari di Idea Suono che curo con Mario Fabiani, puntiamo anche sull’analisi di canzoni famose perché ci permettono di scoprire diverse chicche e trucchi vincenti che aiutano tantissimo nella creazione di brani nuovi.
Da questo momento potete arrischiarvi nel mondo dell’inedito magari proponendovi a qualche compositore, anch’egli emergente, che magari sta cercando un buon compagno di viaggio artistico.
Il percorso è lungo e difficile, anche l’apparente semplice fatto di creare un team di lavoro può rivelarsi meno facile di quanto sembra.
C’è da dire di positivo che internet permette di poter lavorare a distanza in maniera facile ed economica, anche se a mio avviso quando è possibile è sempre meglio creare un  rapporto “reale” con i collaboratori.
Detto questo è sempre meglio creare dei team di lavoro, per potersi confrontare, anche nei casi dove si sia capaci di scrivere testo e musica, perché a ben guardare c’è sempre una cosa che si sa far meglio dell’altra e comunque anche se così non fosse, ogni collaborazione, ammesso che sia basata su serietà e rispetto è sempre un bagaglio di esperienza in più per qualunque artista.
Supponiamo ora che vi troviate di fronte al compito di scrivere il testo su una melodia inedita che vi fornisce un compositore.
Vi ricordo che l’autore, in fondo racconta delle emozioni, per cui è necessario vincere il pudore di raccontarsi o comunque raccontare cose a noi vicine, detto questo, l’autore potrebbe anche far semplicemente uso di fantasia e quindi, partendo magari da un elemento reale raccontare una storia o un emozione inventata e non autobiografica.
Si può essere poetici, crudi, coraggiosi, innovatori, ci sono diversi modi di scrivere ed esprimersi, tanti registri a seconda della propria sensibilità e delle esigenze di chi ci coinvolge nel lavoro.
Il primo consiglio quando si è di fronte ad una melodia è quello di ascoltarla tante volte, è necessario ascoltare cosa dice la musica, perché ogni musica ha già in sé delle parole, che sono celate tra le note, nell’atmosfera della canzone, bisogna avere la bravura e la sensibilità di “leggere” queste parole e trascriverle, trovando così il giusto sodalizio tra musica e testo.
L’autore di testi è un contenitore di emozioni e proprio dalla sua anima deve pescare le parole che reputa per istinto artistico, le migliori per quella melodia.
Detto così sembra semplice, ma non lo è .
L’inizio può rappresentare un problema.
Un modo per rompere il ghiaccio è quello di scrivere delle idee che scaturiscono dall’ascolto, facendosi semplicemente guidare dai sentimenti che suggerisce la melodia, magari anche in prosa, lasciando per il momento da parte la metrica.
Se invece abbiamo già fatto nostra la metrica della melodia in questione possiamo già azzardare versi in metrica.
Da questo approccio iniziale deve scaturire la scintilla, ovvero dobbiamo identificare un idea centrale, un immagine forte, uno slogan, quello che sarà la sintesi di una canzone e che possibilmente diverrà anche il titolo della canzone.
Da quell’idea che reputiamo forte dobbiamo partire e costruirci attorno un bel testo.
Come fare?
Sempre seguendo la musica, se la musica si apre dobbiamo decidere se far aprire anche il testo oppure no.
Vi ricordate il ritornello della canzone  Nel blu dipinto di blu?
La musica nel ritornello si apre, prende letteralmente il volo, quale miglior verso di “volare oh oh”?
Se a questo fantastico esempio di sodalizio musica testo ci mettiamo il buon Modugno che apre le braccia durante le esibizioni pubbliche siamo di fronte ad una serie di energie che confluiscono e che colpiscono l’immaginario collettivo e che emozionano.
Oppure prendiamo il celebre verso di Mogol su musica di quel genio di Lucio Battisti, “le discese ardite e le risalite”, la musica scende e poi risale, un bellissimo esempio nel quale il grande Giulio Rapetti Mogol legge in maniera fantastica la melodia.
Capito il concetto? Il testo deve essere al servizio della musica, seguirla, deve scorrere e sfruttare le discese e le salite, le chiusure e le aperture che ogni composizione musicale possiede nella sua struttura.
Per quanto riguarda il contenuto, bisognerebbe sempre accettare la sfida di mettere in discussione quel che si scrive, tutto quello che abbiamo scritto può essere migliorabile, non che si punti alla perfezione, ma è bene mettere in dubbio quanto scritto, per avere la certezza di aver fatto tutto il possibile per rendere più efficace possibile ogni singola riga del testo.
Per questa autoanalisi può aiutare come dicevo prima, la conoscenza delle canzoni che sono stati successi o che ci piacciono, il chiederci perché piacciono è importante, crea in noi, non immediatamente ma con il tempo e l’esercizio, una serie di strumenti che ci tornano utili quando dobbiamo fare i conti con una canzone in cui ci stiamo cimentando noi.
Un esempio che mi viene subito al volo è che difficilmente in una canzone di successo troverete
anche nella strofa una frase presente nel ritornello e viceversa.
Per quanto riguarda invece il senso di una canzone e quindi il contenuto,  ritengo sia un fatto personale, ci sono i paladini del significato chiaro, ovvero un testo di canzone deve sempre  essere comprensibile per tutti,  e quelli per cui invece  a volte è più importante il suono delle parole piuttosto che il loro significato.
Personalmente credo in una via di mezzo, nel senso che una canzone semplicemente didascalica è ormai datata, e raccontare una storia dalla a alla z in una canzone a volte sfiora il ridicolo, come sarebbe magari bellissima, ma poco commerciale e pop, fare una canzone dove il testo segue esclusivamente la regola del suono e mai quella del significato della parola.
Come avrete capito è una questione di gusto, e in un mercato schizofrenico vale tutto e il suo contrario.
Per concludere il mio invito generale è quello di approcciare con rispetto e passione le canzoni, che sono emozioni rese pubbliche e quindi degne di considerazione.
Se amate le canzoni non scaricate illegalmente la musica perché fate male ad un mondo che già soffre abbastanza.
Per quelli che non sono semplici ascoltatori, si può scegliere di frequentare la musica come un bellissimo hobby o cercare di farlo diventare qualcosa in più, con la consapevolezza che ogni risultato  ufficiale raggiunto è sempre frutto di un grande lavoro.

Un abbraccio
Andrea Gallo

Andrea Gallo.jpg
per contatti:

and.mrgallo@alice.it
www.andreagallo.org
www.myspace.com/galloandreasongs
www.myspace.com/officinadellecanzonipop





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Commenti

Questo articolo è stato inserito il venerdì, giugno 26th, 2009 alle 16:38 nella categoria approfondimenti.
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1 Commento

  1. pietro on dicembre 27, 2009 03:44

    Ciao Andrea grazie mille per i tuoi preziosi consigli!!!

    Condivido pinenamente l’affermzazione che il mercato musicale italiano (già è antipatico parlare di mercato), è davvero schizzofrenico
    e i progetti a tavolino soprattuto per artisti emergenti, spesso sono un buco nell’acqua!

    Quindi tanto vale esprimersi per quello che sì è senza troppi… si venderà? non si venderà? ;-)

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