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Pubblichiamo questo articolo nel giornale”Avanti” del 5 febbraio sul Festival Poggio Bustone, Premio Nazionale della canzone d’autore a noi molto caro, e dal quale provengono artisti che oggi collaborano oppure sono in produzione con ISI. Consigliamo l’iscrizione (che scade in questi giorni) a tutti gli artisti che desiderano una vera opportunità: esibirsi di fronte a veri professionisti e addetti ai lavori.

Lo Staff di ISI

Poggio Bustone è un piccolo paese soleggiato arroccato alle pendici del monte rosato. Molto soleggiato e ben tenuto, è un comune con circa 2.500 abitanti della provincia reatina, legato alle vicende di san Francesco, poiché da qui partirono i primi frati francescani. Poggio Bustone è anche famoso per aver dato i natali il 5 marzo del 1943 a Lucio Battisti. Da ormai diversi anni il festival musicale Premio Poggio Bustone ricorda la carriera artistica del grande cantautore, permettendo a molti giovani e notevoli artisti di talento di esibirsi sui suoi palchi con brani originali e con cover personalizzate di Battisti. Il Premio offre una possibilità unica nel suo genere, perché consente a giovani talenti di cimentarsi in performance artistiche laddove nacquero i tanti capolavori che Battisti scrisse, direttamente a Poggio Bustone o ispirato dalle sue innumerevoli bellezze paesaggistiche.Regalare l’opportunità di esibirsi è una ricchezza incommensurabile per la cultura del nostro Paese, per la voglia di mettersi in gioco che andrebbe stimolata comunque, anche quando a venirne fuori possono essere dei comprimari dell’arte, non solo delle grandi promesse. Piccoli passi sugli acciottolati di un borgo antico, come antica, antichissima è la provincia di Rieti. Più antica di Roma. Ma il Premio Poggio Bustone, nonostante nasca in un paese cosi piccolo e cosi prestigioso, ha sempre rivolto lo sguardo oltre, verso il resto dell’Italia. E allora a Poggio sono arrivati da ovunque, da tutte le regioni, anche dall’estero qualche volta, perché il nome del più illustre cittadino di questo piccolo angolo del centro Italia è conosciuto in tutto il mondo. E allora non sorprende che lo scorso anno una delegazione dell’Ambasciata del Camerun nelle persone di Diambu Stefano Nkazi e Martin Sobze Sanou, rispettivamente responsabile e portavoce della Missione culturale camerunese abbiano voluto portare un riconoscimento della Synergies Africaines. Tanti i nomi che in questi anni hanno portato lustro e prestigio al Premio: tra i nomi della giuria o degli ospiti che si sono esibiti sul palco nomi come quello di Gattopanceri, Nicola Arigliano, Roberto Billi e i Ratti della Sabina, Lighea, Linda, Roby Matano (cittadino onorario di Poggio Bustone), Detto Mariano, Massimo Numa, Mario Fabiani, Luciano Torani, Marcello Balestra, Leopoldo Lombardi; insieme a molti nomi dello giornalismo, come Paolo Zefferi, Gianmaurizio Foderaro, Amedeo Goria e personaggi dello spettacolo, come Valeria Marini, Manuel Casella. La realtà del Premio ha permesso anche ai suoi vincitori di avere una notevole visibilità, integrandoli in progetti di promozione per la loro attività artistica, basti pensare a Ilaria Pastore (vincitrice 2007) o a Marco Saltatempo (vincitore 2009) che iniziano a farsi conoscere come cantautori di straordinario talento sempre ad un pubblico più vasto. Ma quale è la formula magica di questo Premio? Lo chiediamo a Maria Luisa Lafiandra, direttore artistico della manifestazione ormai da diverso tempo. “Riteniamo che la vera ricchezza del nostro progetto sia l’immutata realtà di Poggio Bustone: questo è un paese straordinario, piccolo ed eccezionale nella sua storia, nella sua gente e nelle sue attività; è proprio qui che volevamo riprendere un discorso artistico, è qui che volevamo riportare la musica… alle sue origini, perché la vera musica è quella che conquista direttamente il pubblico, sulla piazza, con il contatto stretto con la gente che ascolta la musica e si emoziona ancora come anni fa. Noi crediamo che i giovani artisti emergenti sentano ancora il bisogno di confrontarsi col vero pubblico, che è quello della piazza, che ascolta con attenzione la musica nuova con cui si presentano al Festival, ma che poi presentano anche i brani di Lucio Battisti reinterpretati in chiave personale”. E probabilmente è proprio questa la vera formula vincente, il pubblico non si annoia davanti alla musica nuova che non conosce, perché ha modo anche di riascoltare i grandi capolavori di Battisti e cosi apprezza ancora di più la bravura dei tanti artisti che negli anni si presentano sui palchi del Premio Poggio Bustone. Il patrimonio artistico nel nostro paese, è soprattutto in tanti artisti giovani e ancora sconosciuti che spesso hanno oggettive difficoltà di lasciarsi scoprire, mancano spesso spazi dedicati all’arte emergente, non soltanto musicale e gli spazi che esistono sono spesso poco promossi. Oggi diventare un artista famoso è molto difficile, occorre spesso una lunga gavetta fatta di tanti appuntamenti nelle piazze italiane, il più possibile, per incuriosire il pubblico, per testare il proprio talento e capire cosa si riesce a trasmettere con la propria musica.Gli organizzatori del Premio Poggio Bustone sono convinti che i piccoli grandi talenti che hanno modo di esprimersi sui loro palchi non siano da meno dei grandi nomi che invadono le nostre radio e i mass media in generale. Ritengono, piuttosto, che sia ancora il pubblico del live a decretare il vero successo di un artista. Del resto partecipare a questo Festival è frutto di una selezione notevole, chiunque desidera esibirsi spedisce del materiale che viene selezionato da una sceltissima commissione che ascolta con attenzione tutto il materiale musicale pervenuto all’organizzazione e poi si presenta nelle due semifinali di Rieti, dove una seconda giuria sceglie gli artisti migliori che accedono direttamente alla finale del Festival a Poggio Bustone.Cosi non sorprende se i finalisti del Premio sono eccezionalmente bravi e se incollano il pubblico per tutta la durata della serata con le loro performance artistiche per le quali sono sempre, non potrebbe essere diversamente di fronte ad un pubblico di questo tipo, spontaneamente applauditi ed apprezzati. Questo particolarissimo pubblico, del resto, è costruito da tutti gli appassionati di Battisti che raggiungono quasi in pellegrinaggio il paese natale del grande cantautore e che si aspettano di ascoltare i capolavori del loro artista preferito, reinterpretati in modo originale. E sono spesso proprio questi veri e propri pellegrini della musica, come ci racconta il direttore artistico, spesso i primi a complimentarsi con l’organizzazione per la scelta dei partecipanti. Dall’altro lato non dimentichiamo la realtà di Poggio Bustone, che ha tra i suoi cittadini tantissimi compagni e amici del grande Battisti, che spesso lo hanno seguito fin dagli esordi e che hanno conosciuto la personalità oltre che la musica di questo grande protagonista del Novecento.E se spesso si lamenta la latitanza delle istituzioni dalle manifestazioni culturali italiane, in questo caso, sarà certo per gli sforzi organizzativi del Festival stesso, una piccola grande prestigiosa schiera di realtà d’importanza pubblica ruota attorno alla manifestazione. Oltre ovviamente al Comune di Poggio Bustone, ricordiamo infatti il patrocinio del ministero dei Beni culturali e della Camera di commercio di Rieti, che insieme al Festival consegna anche un Premio speciale all’artista noto dedicato alla personalità artistica: un riconoscimento inaugurato da Nicola Arigliano, che lo scorso anno è stato scelto per aprire l’Albo d’oro dedicato alla personalità artistica.Ma il Premio Poggio Bustone si distingue anche per la collaborazione con la Fondazione Varrone per il premio alla personalità artistica all’artista emergente che meglio rappresenta la multidimensionalità creativa che fu tipica proprio di Battisti, che oltre ad occuparsi di musica si interessò di esprimere la propria arte anche con l’arte figurativa. Negli anni il Premio ha potuto ottenere vari riconoscimenti nazionali ed internazionali: oltre alla già citata Synergies Africaines, consegnata nell’edizione 2009 direttamente dagli ambasciatori camerunensi, l’organizzazione ha ottenuto anche una medaglia d’argento conferitagli dal presidente Giorgio Napolitano ed una medaglia di bronzo dalla Camera dei deputati, soprattutto per l’attività di beneficenza che il Premio Poggio Bustone promuove da anni sul territorio, con donazioni di apparecchiature all’ospedale De Lellis di Rieti e materiale didattico per la scuola e l’oratorio del paese, fino al restauro della Via Crucis del Santuario francescano tanto caro ai pojani stessi. Il santuario francescano di san Giacomo a Poggio Bustone è tra l’altro uno dei punti religiosi più importanti del centro Italia, san Francesco vi trovò rifugio nel 1208 e poco distante da qui scrisse il Cantico delle creature… è noto infatti che anche san Francesco fosse un cantautore del suo tempo, ante litteram dunque, capace di trasformare in musica il messaggio di pace e di fratellanza. E i frati del convento, insieme a molti abitanti di Poggio Bustone, non mancano mai di esaltare questo accostamento tra la figura di san Francesco e quella di Battisti, entrambi capaci di esprimere in musica il loro pensiero e le loro emozioni.Emozioni che anche quest’anno si attendono nella finale del prossimo 23 luglio del Premio Poggio Bustone, quando presso i suggestivi e celeberrimi Giardini di marzo si svolgerà la sesta edizione del Festival. Presso i Giardini di marzo, nel cuore del paese, c’è anche la statua dedicata a Battisti, dove appunto si attendono, quasi in pellegrinaggio, i tanti appassionati della musica del cantautore pojano. Da questo luogo quasi magico è visibile tutta la valle reatina, soprattutto di notte regala un’immagine suggestiva, ma anche di giorno, il sole che si specchia sui laghi Lungo e Ripasottile rende uno specchio illuminato la splendida Valle Santa. Lo spettacolo non finisce guardando in basso… i cieli di Poggio Bustone sono altrettanto importanti, da diversi anni si disputano in questi luoghi i mondiali di parapendio, accogliendo piloti provenienti da tutto il mondo, che qui si incontrano e si sfidano nelle correnti ascensionali che rendono ancora più magico questo luogo già ricco di importantissimi punti di vista.Non in ultima analisi, Poggio Bustone detiene anche una delle sagre più antiche di tutta la provincia di Rieti, sembra infatti che la sua porchetta sia rinomata ben oltre i confini laziali e durante la sagra stessa, nei primi giorni di ottobre, arrivino in paese migliaia di degustatori pronti a giurare che la nomina del prodotto merita tanto riconoscimento. Anche gli stessi artisti apprezzano le grazie culinarie di questo straordinario luogo, sembra infatti che durante i giorni del Festival approfittino per degustare il vino e la porchetta oltre che fare un giro tra le bellissime vie del paese, che per storia e tradizione non è secondo a nessuno. Del resto tutti i pojani parlano spesso volentieri di Lucio Battisti ed è un piacere accogliere il loro invito ad entrare per un caffè, mentre raccontano uno o più aneddoti del cantautore bambino.
Questo è quello che c’è intorno al Premio Poggio Bustone, un festival semplice, come semplice è il talento dei tantissimi giovani emergenti che si lascia scoprire dal pubblico che ogni anno riempie le piazze di questo importante evento musicale. Per ogni informazione si può vedere www.premiopoggiobustone.it

BARBARA BIANCHI




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