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Ecco un bellissimo approfondimento sull’organo Hammond, storico e insostituibile strumento che ha fatto tutta la storia del rock fino ad arrivare ai giorni nostri. Ne parla per ISI il musicista e tecnico del suono Andrea Pellegrini, specialista su questo strumento e fortunato possessore di un bellissimo modello del 1958. Se avete domande scrivetegli sul FORUM e vi risponderà con piacere. Se volete un vero Hammond con il Leslie in una vostra registrazione contattatelo (pellemay@tiscalinet.it) è uno dei migliori session man in circolazione! Lo staff di ISI


L’organo Hammond è un organo elettrico progettato e costruito da Laurens Hammond (di lavoro costruiva orologi, cercateli su Internet…alcuni sono bellissimi!!!) nel 1935, a Chicago. Nasce come “clone”, come alternativa ai più costosi organi a canne…..anche se col passare del tempo, negli stati uniti, è diventato assai diffuso nelle chiese, talvolta piu’ dell’organo classico.
Infatti il primo modello fu creato appositamente per la chiesa frequentata da Laurens, che non poteva permettersi un’organo vero e proprio. Quindi il buon Sig. Hammond si mise all’opera per vedere di costruirne uno.
Non è casuale il connubio Organo Hammond – Orologio: infatti il principio delle ruote foniche (che vedremo tra poco cosa sono) e della meccanica interna si basa esattamente sul concetto degli ingranaggi all’interno di un normalissimo orologio.
In seguito l’Hammond trovò largo utilizzo nel jazz (ricordiamo Jimmy Smith), blues, musica gospel e, in misura inizialmente minore (si parla degli anni 40-45) ma poi sempre crescente, per il rock e il pop…..fino a diventare lo strumento a tastiera dei sogni, non solo per i tastieristi e organisti….ma per qualsiasi musicista. Veniva usato massicciamente come strumento d’intrattenimento: dagli anni 30 alla fine dei 70 (ed all’avvento delle tastiere) era lo strumento re per teatri (famosa la sonorità e la tecnica organistica del “Theatre Organ”!), stadi di baseball, onnipresente in tv, clubs ecc ecc. Il motivo è semplice: l’organo è una vera e propria orchestra, nessuno strumento puo’ suonare molteplici parti simultaneamente come l’organo.
Imitando l’organo a canne, con i suoi due manuali e i molteplici registri, l’organo Hammond utilizza la sintesi additiva delle forme d’onda armoniche per generare i suoni.
L’organo Hammond sfrutta una serie di ruote foniche (dette tonewheels), formalmente simili ad ingranaggi, che ruotano grazie ad un motore sincrono, cioè legato alla frequenza della rete elettrica e quindi molto costante e stabile nella sua rotazione (successivamente sostituito da motore asincrono autoavviante). E’ per questo che un hammond americano, se acceso in italia senza trasformatore di corrente, suona scordato di quasi un tono e mezzo: negli states la corrente è a 60Hz, mentre da noi è a 50 !!! Quindi si necessita (nel caso di avere un hammond americano) di ritarare il motore dell’organo, o molto piu’ semplicemente applicare un trasformatore che riporta la corrente dalla nostra 50 Hz a 60.
Il continuo avvicinarsi ed allontanarsi dei denti della ruota fonica crea una variazione di campo magnetico in corrispondenza del pick-up, proprio come avviene per la chitarra elettrica.
Dal momento che le forme d’onda sono prodotte da ruote meccaniche, e non da oscillatori elettronici, gli organi Hammond originali sono considerati degli organi elettrici, elettromeccanici o elettrofonici, piuttosto che elettronici. Al variare del numero dei denti sulla ruota fonica e della velocità della stessa varia la frequenza del segnale. Le onde generate sono organizzate secondo la nomenclatura organistica classica, ma mentre l’organo tradizionale può avere molte canne sotto il controllo dello stesso tasto, per ovvie ragioni di praticità l’organo Hammond ha solo nove linee di generazione contemporanee per ogni tasto. Sotto la tastiera, vi è posta infatti una contattiera con 9 filamenti di Palladio.
Altre caratteristiche che sono state aggiunte agli organi Hammond comprendono un vibrato di natura elettromeccanica. Il particolare “click” associato alla pressione del tasto che in origine era considerato un difetto di progettazione, velocemente è entrato a far parte del “sound” specifico degli Hammond, tanto che le moderne imitazioni degli organi Hammond lo riproducono fedelmente. Inizialmente non fu affatto semplice imitare con l’elettronica il suono degli Hammond, soprattutto per via della complessa e delicata connessione tra le fasi dei tonewheel, difficile da riprodurre con la circuiteria elettronica. Tuttavia, le moderne tecniche che impiegano il digital signal processing ed il campionamento permettono un’imitazione abbastanza accurata del suono originale degli organi Hammond.
Inoltre è presente, anche se non su tutti i modelli, il VIBRATO SCANNER…..un particolare apparecchio meccanico che permette di creare 3 tipi diversi di vibrato e 3 tipi diversi di chorus, selezionabili tramite una manopola a scatti.
Registri
Rapporto tra armoniche e note
Su ogni tirante (drawbar) è inciso un numero in quest’ordine:
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Ripresi direttamente dalla nomenclatura classica dello strumento originale, questi numeri indicano la lunghezza delle “virtuali” canne. Il registro di 8′ indica una sinusoide la cui frequenza è effettivamente quella legata alle note suonate, quindi il LA 4 (sopra il DO centrale) avrà una frequenza effettiva di 440 Hz e così via, la tastiera dell’Hammond risulterà quindi perfettamente parallela a quella di un pianoforte. Raddoppiando la lunghezza in piedi della canna virtuale a 16′, la stessa nota sullo stesso tasto risulterà all’ottava inferiore, dimezzando la lunghezza della canna a 4′ si otterrà la nota all’ottava superiore. Oltre ai rapporti di ottava, ci sono anche rapporti non interi; il tutto è riassumibile nella seguente tabella:
Drawbars dell’organo Hammond
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L’orecchio umano riesce comunque a trarre l’impressione di compattezza sonora ed estrae la fondamentale senza lasciarsi ingannare dalle armoniche superiori o inferiori.
I drawbars sono divisi tra loro da una logica di codice timbrico e di colore.
Codice timbrico
• I primi due (16′ – 5 1/3′) sono il gruppo dei Sub, che rafforza il suono all’ottava inferiore ed alla quinta parallela.
• Il gruppo centrale dei quattro (8′ – 4′ – 2 2/3′ – 2′) è quello dei Foundation, la definizione di base del timbro.
• Gli ultimi tre (1 3/5′ – 1 1/3′ – 1′) sono la Brilliance, la brillantezza, cioè l’apertura sulle alte frequenze.
Codice colore
• I drawbars Bianchi sono regolati tra loro da un rapporto di ottava (8′ – 4′ – 2′ – 1′), mantenendo una forte consonanza.
• I drawbars Neri sono invece regolati tra loro dai rapporti dissonanti delle terze maggiori e delle quinte (2 2/3′ – 1 3/5′ – 1 1/3′).
• I due drawbars Marroni (16′ – 5 1/3′) vengono utilizzati per dare potenza al suono.
Principali famiglie dei registri
Normalmente in un organo tradizionale si utilizzano quattro famiglie timbriche ottenute con differenti soluzioni costruttive, che sono i Flauti, le Ance, i Diapason e gli Archi. Nell’organo Hammond è possibile riprodurre le quattro famiglie:
• Nel caso dei Flauti basta creare un profilo a due gradini, es. 00_8500_000, utilizzando poi il primo drawbar (16′) si può dare maggiore profondità al suono.
• La famiglia delle Ance, è caratterizzata dal timbro più aspro, per una maggiore presenza di armoniche dispari, la si può ottenere estraendo i tiranti seguendo un profilo triangolare, con il vertice che di solito corrisponde al 2 2/3′, es. 00_4676_543 oppure 00_2333_200.
• la famiglia dei Diapason è una via di mezzo tra i Flauti e gli Archi, ed il profilo dei drawbars è “a dente di sega”, con forte consonanza delle prime due armoniche (8′ e 4′) e valori scalati per i drawbars successivi, es. 85_8544_000 oppure 01_8855_331.
• L’ultima famiglia degli Archi è caratterizzata da un profilo a forma di arco, meno spigoloso delle Ance, ma sempre con una forte presenza delle armoniche superiori, es. 00_3564_534.

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Una nota particolare la merita la questione Hammond – Leslie.
Il luogo comune è che fossero una cosa sola. NON è AFFATTO COSI.
Prima di tutto la Hammond costruiva i propri amplificatori, gia’ dalla meta’ degli anni 30 (modelli Jr 20 e Jr40 – con bellissimi reverberi a molla incorporati!!), mentre la LESLIE ha cominciato la sua produzione intorno gli anni 50.
Erano due aziende rivali, ed entrambi hanno sempre accettato malvolentieri di essere accoumunate. Pensate che la Hammond VIETAVA TASSATIVAMENTE l’uso del leslie ai propri dimostratori, agli insegnanti hammond e non veniva minimamente contemplato nella didattica Hammond. (La Hammond vietava, cosi’ come il leslie, anche il suonare Jimmy Smith!), mentre la Leslie voleva essere apprezzata per i suoi Tone-Cabinet anche senza un Hammond accanto.
Nonostante questi bisticci, l’accoppiata Hammond-Leslie è una delle piu’ riuscite della storia dell’umanita’…..al pari di altre celebri coppie tipo Adamo ed Eva, o Stanlio e Ollio.
Gli altoparlanti Leslie possiedono uno o più componenti rotativi che producono un particolare effetto tridimensionale dovuto alla rotazione degli altoparlanti in esso contenuti. Esso è il frutto della somma dell’effetto Doppler, dovuto allo spostamento relativo delle fonti sonore rispetto all’ascoltatore, e delle riflessioni del suono conseguenti alla rotazione.
Agli amici fonici dico che microfonare bene un leslie non è uno scherzo, specialmente quando si usano microfoni a condensatore. Il complesso gioco di armoniche e di fasi che rende unico il leslie, lo rende altrettanto difficile da catturare e da riprodurre in mix….. La microfonazione di un leslie non è mai standard….varia di situazione in situazione: sia di genere suonato, che soprattutto di timbrica desiderata. Ci sono numerose tecniche, ma la cosa che alla fine è quella che conta di piu’ è il provare e riprovare fino ad arrivare alla soluzione ottimale per il proprio gusto e la propria esigenza sonora.
Consiglio l’ascolto del disco “TRACY CHAPMAN” (la copertina da sul giallo ambra) se volete sentire un bell’Hammond registrato bene, anzi da paura, in un contesto pop/rock (notevolissimo tappeto di organo nei primi 2 brani –talkin’ bout a revolution- e –fast car-“) , o GOODFELLAS e/o SINGIN’ & SWINGIN’ di Joey de Francesco, per un ambito un po’ piu’ blues/jazz (ma di quello ganzo forte!!!!! Dischi bellissimi, divertenti e molto piacevoli da ascoltare!)
Gli amplificatori hammond sono tutti NON rotativi, c’è da dirlo. E’ interessante sperimentare (anche se ci vuole una modifica per installare l’uscita a jack direttamente dall’hammond!) lo strumento anche su vari ampli da chitarra (John Lord dei Deep Purple non usava Leslie, bensi un testa-cassa Marshall) o da basso. Vengono fuori sonorita’ veramente bellissime! E oltrettutto un po’ fuori dal comune…..
MODELLI:
Gli organi Hammond sono stati prodotti per oltre 40 anni in un numero elevatissimo di modelli, alcuni di grande successo e altri pressoché sconosciuti.
CHIARIAMO SUBITO UN PUNTO: I modelli “Console”, A100 – B3 – C3 (i top gamma Hammond) sono MECCANICAMENTE IDENTICI !!!! Tranne l’A100, che all’interno ha in aggiunta agli altri 2 un suo speaker ed un reverbero a molla integrato, per il resto mi ripeto che sono meccanicamente identici. Cambia solo il mobile all’esterno !!!! E solo un fattore quindi di estetica, ma il suono prodotto è esattamente il solito, apparte il fatto che l’A100 ha un suo speaker e un suo reverbero, mentre gli altri due non lo hanno e necessitano di amplificazione. Sono interamente valvolari tutti, con la stessa generazione sonora.
Piccola curiosita’, Il modello B3, (B sta per Bench – panchina) è stato il primo hammond diffuso in larga scala. Esso ha 4 zampe, e quindi la parte della pedaliera rimane scoperta e visibile!
Il modello C3 invece, dal mobile intero e senza zampe ,non permette la visione della zona pedaliera. Infatti questo fu costruito espressamente per le chiese (C sta per Church!)….perchè col B3 si vedevano le gambe delle organiste !!!!!!!! Giuro sul mio Hammond che è la verità.
E’ possibile suddividerli in categorie principali, di cui elenchiamo i modelli più famosi:
• a “Console”, dotati di due manuali da 61 note:
o Hammond A, primo modello ideato da Laurens Hammond, ha due manuali da 61 tasti (5 ottave) ciascuno e 38 Drawbars, (due serie da 9 drawbars per ogni manuale più 2 drawbars per la pedaliera da 2 ottave). La prima ottava di ognuno dei due manuali ha i tasti di colore invertito e non suona, serve per selezionare i suoni presettati o commutare l’uso dei Drawbars tra la famiglia 1 (Sib Bianco) e la 2 (Si nero). I tasti invertiti sevono proprio da USER preset, modificabili con un non semplicissimo procedimento fatto a base di cavi e VITI!!!!
o Hammond B3, il modello più ricercato e quotato insieme al modello C3, da cui si distingue per le 4 gambe su cui si poggia e che lo rendono unico nel suo genere. Lo si ascolta praticamente in tutti i generi musicali. Un caratteristico esempio del suono del B3 lo si ritrova in quasi tutte le registrazioni di Rick Wright dei Pink Floyd. Il B3 è spesso accompagnato dal Leslie 122 connubio ideale per un suono morbido e rotondo ideale per dolci tappeti e fraseggi Jazz (Jimmy Smith docet!)….mentre da un Leslie 147 per un suono un po’ piu’ graffiante e rock.
o Hammond C3, il più famoso insieme al modello B3. Ha tastiere, meccanica e generazione sonora identiche al modello e B3 ma in un mobile dal design semplice e più compatto, tipicamente liturgico. È l’ideale per i concerti rock di cui è stato ed è ancora oggi il protagonista data la sua possente presenza visiva.
o Hammond A100, il più facile da reperire ai nostri giorni (o il meno difficile), è invero l’Hammond console più completo. Infatti ha tutte le caratteristiche dei modelli B3 e C3 ma possiede anche un amplificatore di potenza, un sistema di riverbero amplificato e ben tre altoparlanti di grande diametro. Il tutto contenuto in un mobile più compatto. Per l’A100 fu espressamente progettato il Leslie 251, simile al 147 ma con in più un canale audio e altoparlanti separati per il suono diretto riverberato proveniente dal sistema di riverbero dell’organo. Poiché l’A100 è un organo già amplificato all’origine è possibile suonarlo senza accoppiarlo ad un Leslie o ad un “tone cabinet” Hammond.

• a Spinetta, modelli più piccoli che hanno due manuali da 44 note posizionati in “offset” cioè che le tastiere non sono parallele, bensi’ la inferiore è spostata a sinistra, mentre la superiore è spostata a destra.
C’è da dire che rispetto alle Consoles, ci sono delle differenze di importanza piu’ o meno variabile, sia dal punto di vista della generazione sonora, sia la tasiera che non è water-fall presente nelle console bensi’ una tastiera normale, la generazione talvolta non è integralmente valvolare ed altri dettagli. Di spinette ce ne sono tantissimi modelli, qui i piu’ celebri:
o Hammond L100 / L122, modello a spinetta portatile, è il piccolino di casa Hammond integralmente valvolare, ha due manuali da 49 tasti (3 ottave e 1/2) ciascuno, con una generazione timbrica molto caratteristica ma in parte diversa da quella dei “console” per l’assenza del “vibrato scanner” e della circuitazione “foldback”. Keith Emerson è sempre stato solito accoltellare (letteralmente) questo strumento nei suoi concerti, oltre a maltrattarlo suonandolo al contrario o spostandolo violentemente per tutto il palco. C’e’ da dire che lui suonava un C3 durante la serata, poi se la rifaceva di santa ragione con il povero L100…! Tra un buon clone digitale e un L100, se cio’ che importa è il suono e non il peso (ehi, non è un c3….in due si porta alla grande!), per un migliaio di Euro consiglio il secondo!
o Hammond M100, ha la generazione sonora come i modelli console, integra il “vibrato scanner” anche se manca la circuitazione “foldback” (questa puo’ essere messa su qualsiasi spinetta da un bravo tecnico!!!). È reso celebre per il suo utilizzo nel concerto dei Pink Floyd all’anfiteatro romano di Pompei del 1972, affiancato da uno storico Farfisa CompactDuo, un altro strumento con caratteristiche definite esaltanti da molti musicofili. Dal punto di vista sonoro, l’M100 è sicuramente la spinetta piu’ vicina ai modelli console !!! Con la modifica foldback, il suono diventa identico!!!!! Ha due manuali da 49 tasti (3 ottave e 1/2) ciascuno, ed una pedaliera da un’ottava. In compenso costa veramente poco rispetto alle consolle (costa quanto un ottimo/eccellente clone digitale!!!!!), è piccolo nelle dimensioni e si porta in 2/3 persone tranquillamente!!!
o Hammond M3, è identico in tutto e per tutto all’M100…..pero’…..HA LA TASTIERA WATERFALL COME LE CONSOLLE! E qui veramente, specie con la modifica foldback si suona su un b3 con la tastiera di 3 ottave e mezzo! Che, a patto che non devi fare walkin’ bass con la mano sinistra, è perfetto per suonarci su tutto, ma proprio tutto! E’ l’Hammond che consiglio a tutti quelli che ci si vogliono avvicinare senza scendere troppo a compromessi: M100 o M3.
o Hammond T 100 è l’Hammond di Tony Banks, tastierista dei Genesis, che preferiva questo per via della sua generazione valvolare, ma della sua amplificazione a transistor….quindi piu’ chiara e un po’ piu’ aggressiva Un po’ piu’ raro, ma sempre un ottimo hammond
Una nota importante: possiamo dividere in 3 parti la grande produzione di massa della Hammond –fermo restando che tutti i prodotti sono di qualita’ eccelsa- chesta nota è propria da tecnico….giusto per andare a vedere e spigarvi il pelo nell’uovo.

1° Serie – Tra gli anni 40 e il 1961: Sono gli Hammond in assoluto migliori. La componentistica è tutta al meglio, e ad oggi sono quelli piu’ ricercati e di maggior valore. Una rarita’ preziosa. Produzione esclusivamente americana.
2°Serie – 1962 / 1969: L’anno del boom. Gli hammond incrementano esponenzialmente le vendite. Essendo strumenti che VENIVANO MONTATI INTERAMENTE A MANO…..non a catena…..la hammond si trova a dover aprire aziende costruttrici in europa per velocizzare e incrementare la produzione, sia per abbattere il problema della spedizione all’estero…diventata quasi insostenibile. E’ da qui, che sempre sotto lo standard Hammond, iniziano a venire costruiti organi made in England, Olanda, Germania (ad oggi il paese europeo con in maggior numero di “vecchi”negozi hammond, oltre che a una presenza incredibile di organi e di bravissimi organisti!), e anche in Italia! A Torino c’era la Hammond Italia! Ottimi strumenti, piu facilmente reperibili, ad oggi di valore un po’ meno inferiore (soprattutto per i non americani, alcuni peraltro buoni si trovano a cifre buone!)
3°Serie – 1970 / 1976 (anno di chiusura della Hammond). I sintetizzatori, le tastiere, e l’avanzamento della tecnologia musicale (sommato al cambio della moda musicale…!) iniziano lentamente e inesorabilmente a minare le basi dello strumento piu’ apprezzato da musicisti e non. Incrementano quindi le componenti plastiche, e la componentistica è buona….ma non eccellente. Alcuni hammond vengono forniti con brawbars a “scatti”, risultando di piu’ difficile gestione, e a volte le tastiere non sono cosi’ solide ed indistruttibili come una prima serie. Nonostante questo, sono ottimi strumenti…..ad avendo anche 20/30 anni meno dei primi……sono arrivati ad oggi in condizioni estetiche talvolta migliori.
E’ proprio in questo periodo che la Hammond ha sfornato dei prodotti piu’ o meno PESSIMI, totalmente in plastica, e totalmente a transistor….che di Hammond hanno in certi casi solamente la targhetta…..tipo i modelli X5 e compagnia bella.

La Hammond è stata rilevata dalla Suzuki, nei primi anni 90…ma la produzione da allora si basa esclusivamente sullo sviluppo di cloni Hammond digitali. Il livello raggiunto da loro è veramente stupefacente…sicuramente sono tra i migliori cloni harware presenti in circolazione. Vero è che per un doppio manuale top gamma Hammond-Suzuki ci vogliono piu’ di 4000 euro……la cifra di un A100. Se la discriminante è il peso e l’ingombro……ok, ma se si parla di suono….ragazzi…questa è un’altra storia. L’hammond è considerato alla pari di uno strumento acustico: ad ogni accensione suona diverso, perché oltre che alla corrente, è sensibile alla temperatura e all’umidita’.
Spero di essere stato, con questa panoramica sul pianeta Hammond esaustivo e non palloso. Auguro a tutti, tastieristi-pianisti e non di metterci le mani sopra almeno una volta nella vita. Lo capirete da soli il perché. Vi dico questo, i chitarristi generalmente non amano le tastiere…è noto….ma quando inizi a parlare di hammond….il discorso cambia…….! Ehehe…
Buona musica a tutti!!
Andrea Pellegrini

per contatti: pellemay@tiscalinet.it




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